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Intervista ai familiari anonimi di giocatori d'azzardo dell'Associazione Gam- Anon

Martedì 20 febbraio 2018, ore 17-19, sala Foschi, Casa della Solidarietà, Casalecchio di Reno.
L’incontro si è svolto in presenza di 28 consiglieri della scuola primaria Garibaldi, Ciari, Tovoli e Viganò e secondaria di primo grado Marconi, Moruzzi e Galilei, 6 genitori dei consiglieri.
Durante questo incontro si è svolta un’intervista a due ospiti: i familiari di giocatori anonimi, che da qualche anno fanno parte dell’associazione Gam- Anon. L’associazione Gam-anon è  un’associazione di auto-aiuto, in cui familiari ed amici di giocatori compulsivi si riuniscono per condividere esperienze , forza e speranza  allo scopo di risolvere il problema comune. Lo scopo del programma Gam-Anon è quello di aiutare le persone coinvolte a trovare un aiuto che permetta loro di portare dei cambiamenti nelle proprie vite.
I ragazzi iniziano perciò a chiedere alcune informazioni e fare domande ai familiari:
Quando la persona ha iniziato a giocare ?
“Mio marito ha iniziato a giocare 30 anni fa, giocava in maggioranza con le macchinette nei bar e chiedeva di lascarle accese per il giorno successivo”
“mia moglie ha iniziato circa 10 anni fa, ma da sei anni è in astinenza da gioco, abbiamo iniziato insieme con le corse dei cavalli”

Quale è stato il motivo che lo ha spinto ad iniziare? Conosceva qualcuno che già praticava questo gioco ?
“Uno dei motivi per cui si comincia a giocare probabilmente è la solitudine, un altro è cercare di sfuggire alla realtà e il gioco può sembrare una forma di evasione che ti gratifica ma non ti fa sentire meglio, anzi ti tiene in trappola.”
“Mio marito conosceva alcune persone che giocavano e ha iniziato così, però difficilmente si gioca vicino ad amici, i giocatori dentro la sala di solito si conoscono tutti c’è un filo conduttore che li lega, all’interno si è tutti uguali ma si è in competizione.”
Per quanto tempo la persona ha continuato a Giocare?
“Mio marito ha sempre giocato, ha avuto momenti di astinenze molto lunghe ma poi ricominciava a giocare.
“Mia moglie ha giocato per cinque anni consecutivi ed ora è in astinenza da gioco da circa 6 anni,  Purtroppo si continua a giocare finché non si capisce che diventa pericoloso e si rischia di perdere tutto, soldi e affetti cari.”
Quale tipologia di gioco d'azzardo praticava?
I giochi sono stati praticati tutti, dai gratta e vinci , ai biglietti del lotto, alle macchinette e slot machine, corse dei cavalli.
Quando i familiari sono venuti  a conoscenza di questa situazione? E cosa ne pensavano?
“Mia moglie mi chiedeva spesso i soldi, quando le persone perdono diventano silenziose o si arrabbiano e ho iniziato a notare che mi nascondeva qualcosa.”
“Ho capito che c’era qualcosa che non andava quando lo stipendio iniziava a diminuire. E alla fine l’ho scoperto perché me ho ha raccontato. Mi ha chiesto aiuto perché aveva perso tutto, non aveva più soldi e non rimane più niente.”
Quale è stato il motivo per cui la persona ha smesso di giocare?
Ha smesso quando aveva perso tutti soldi e quando finalmente si chiede aiuto. Quando si inizia a dire bugie, si capisce che il gioco diventa pericoloso.
Sono state vinte grosse somme di denaro all'inizio ?
“No, sono sempre state vinte piccole somme di denaro, mia moglie è riuscita a vincere un paio di volte anche se i soldi vinti erano molto meno rispetto alle grandi quantità di soldi persi. I giocatori pensano sia facile vincere perché vedono vincere altri, ma non è così.”
Il giocatore giocava on-line oppure recandosi presso le sale gioco, ecc.. ?
“Giocava principalmente nelle sale giochi, qualche volta nei giochi su internet online, ma sono molto più pericolosi, il giocatore non riesce a fermarsi e a dire stop. Si smette solo quando si riesce a chiedere aiuto”.
Che cosa ha imparato da questa esperienza? E cosa può consigliare ai ragazzi per non cadere nella "trappola del gioco d'azzardo che crea dipendenza" ?
“Il gioco d’azzardo diventa una malattia patologica e anche progressiva, quando c’è il desiderio continuo di giocare, si pensa soltanto che in futuro si vinceranno grosse somme di denaro, ma non è la realtà e purtroppo ci sono anche molti ragazzi minorenni che giocano. In tante situazioni non è semplice tenere a freno lo stimolo che spinge a giocare. Bisogna smettere perché il gioco d’azzardo non arricchisce nessuno.
I giocatori d’azzardo che diventano dipendenti non cercano tanto la vincita, ma soprattutto la sensazione del rischio, ma questa ti cattura e non basta mai. Infatti quando la persona è dipendente da qualcosa pensa, cerca e parla solo di quello, nella sua testa non c’è spazio per altro perché non riesce a farne a meno, ma questo apparente divertimento diventa molto rischioso. Con questa esperienza abbiamo imparato ad essere più pazienti e a non arrenderci,  volevamo aiutare e salvare le persone alle quali vogliamo bene. Questa associazione di cui facciamo parte ci ha aiutato molto. Grazie alla condivisione di esperienze con altri familiari abbiamo potuto condividere la quotidianità e le speranze. Molti familiari dicono che il problema si riferisce solo a chi gioca invece il problema diventa di tutta la famiglia.”
Concludiamo per darci appuntamento al prossimo incontro con una riflessione sull’importanza del gioco e delle attività sane in contrasto all’azzardo che crea dipendenza. Il gioco deve poter essere una delle attività che aiuta a crescere a scoprire le nostre capacità e noi stessi, sviluppando la creatività e imparare a comprendere regole e ruoli, giocare insieme o da soli ci fa stare bene e ci permette di trascorrere momenti spensierati ed è anche una forma di apprendimento continuo. In questo modo possiamo distinguere il gioco da qualsiasi altra attività per evitare di cadere in pericolosi tranelli.








Isabella Marenzi
Facilitatrice CCRR

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